Riyadh e i suoi alleati hanno chiuso i siti internet riconducibili al Qatar per le dichiarazioni “offensive” fatte dell’emiro Tamim ben Hamad Al Thani. Doha nega e attribuisce quelle frasi ad un attacco di hacker all’agenzia di stampa nazionale
della redazione
Roma, 25 maggio 2017, Nena News – E’ scontro aperto tra Qatar, “piccolo gigante” del gas, e l’Arabia Saudita, sostenuta da Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrain, dopo la pubblicazione ieri sul sito dell’agenzia di stampa nazionale del Qatar di dichiarazioni considerate offensive da Riyadh. Doha smentisce e denuncia un attacco da parte di hacker arabi che avrebbero pubblicato alcune frasi critiche, al limite dell’offesa, contro il regno saudita, attribuendole all’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim ben Hamad Al Thani. Spiegazioni che non hanno convinto l’Arabia Saudita e i suoi alleati dove i siti internet ufficiali del Qatar sono stati oscurati e i media satellitari, di proprietà saudita, hanno trasmesso ieri, per tutto il giorno, le dichiarazioni “offensive”.
Il presunto hack è avvenuto ieri mattina. Lo sceicco Tamim, in un report che l’agenzia di stampa qatariota definisce falso, ha parlato positivamente dell’Iran (nemico dell’Arabia saudita) – “L’Iran rappresenta un potere regionale e islamico che non può essere ignorato” – e dei buoni rapporti che il suo Paese avrebbe con Israele. Il leader del Qatar inoltre ha descritto Hamas come “il legittimo rappresentante del popolo palestinese”.
Gli hacker, secondo Doha, hanno anche assunto il controllo dell’account Twitter dell’agenzia stampa nazionale e hanno pubblicato dichiarazioni attribuendole al ministro degli esteri in cui si accusano diversi Paesi arabi di promuovere un complotto contro il Qatar. I tweet, successivamente cancellati, riferivano della decisione di Doha di ritirare i suoi ambasciatori dal Bahrain, dall’Egitto, dal Kuwait, dall’Arabia Saudita e dagli Emirati.
Saif Bin Ahmed Al Thani, direttore dell’ufficio di comunicazione del governo qatariota, ha riferito dell’apertura di una indagine criminale sull’accaduto.
Il Qatar è già stato preso di mira in passato. Nel maggio del 2016, gli hacker rivelarono informazioni su migliaia di clienti della Banca Nazionale del Qatar tra i quali alti funzionari del governo e membri della famiglia regnante. Nel 2012 un virus paralizzò i sistemi informatici della compagnia nazionale per l’estrazione del gas naturale.
Nonostante questi precedenti le reti televisive satellitari di proprietà saudita hanno continuato per ore a trasmettere i presunti commenti dello sceicco Tamim. Arabia saudita e Kuwait prima e Bahrain ed Egitto poi, hanno bloccato i siti web gestiti da al Jazeera. Il regime egiziano ha colto l’occasione per colpire le voci dell’occupazione interna e ha ordinato la chiusura di oltre 20 siti, tra i quali Mada Masr, noto per sue inchieste sul governo egiziano. La decisione dell’Arabia saudita di reagire subito e di non ascoltare le spiegazioni del Qatar confermano i contrasti laceranti esistenti nel Consiglio di Cooperazione del Golfo, dominato da Riyadh.
L’accaduto ha ricordato i fatti di tre anni fa, quando i Paesi del Golfo, su pressione saudita, richiamarono i loro ambasciatori in Qatar accusato di sostenere il movimento dei Fratelli Musulmani, fuorilegge in Arabia saudita e in Egitto, e il gruppo palestinese Hamas che controlla la Striscia di Gaza. Nena News