In cambio della restituzione dei corpi di due soldati, Oron Shaul e Hadar Goldin, e il rilascio di due israeliani, Abra Mengistu e Hisham Shaaban a-Sayed, il governo Netanyahu sarebbe disposto a rilasciare detenuti politici palestinesi ma non di primo piano. Hamas starebbe valutando la proposta
della redazione
Gerusalemme, 14 dicembre 2020, Nena News – Si torna a parlare di trattative tra Israele e Hamas e di uno scambio di prigionieri. Da alcuni giorni il tema di una intesa per un cessate il fuoco a lungo termine tra le due parti occupa spazio nei media locali come non accadeva da mesi. Da quanto trapela, pare che il governo Netanyahu stia considerando la possibilità di scarcerare un numero imprecisato di prigionieri politici palestinesi per ottenere la restituzione dei corpi di due soldati caduti in combattimento a Gaza nel 2014, Oron Shaul e Hadar Goldin, e il rilascio di due cittadini israeliani, Abra Mengistu e Hisham Shaaban a-Sayed detenuti a Gaza dal movimento islamico. Il possibile accordo dovrebbe prevedere anche l’allentamento del blocco attuato da Israele e l’ingresso a Gaza di materiali e macchinari di cui ha bisogno urgente il sistema sanitario palestinese per combattere la pandemia.
Allo stesso tempo, stando ai media israeliani, il governo Netanyahu esclude categoricamente di poter liberare figure di spicco di Hamas e prigionieri condannati per attentati e l’uccisione di cittadini israeliani. Questa posizione è stata riferita ai mediatori egiziani che hanno provveduto a comunicarla a Yahya Sinwar, il leader di Hamas a Gaza. Si attende ora la risposta della direzione del movimento islamico che però insiste su uno scambio che veda il ritorno a casa un numero significativo di prigionieri palestinesi inclusi quelli condannati per attentati.
Al momento non è possibile valutare quanto le due parti siano vicine o ancora lontane da un accordo. Di ufficiale non c’è nulla. In passato si è più volte parlato di una intesa a portata di mano che poi non è mai giunta a conclusione. In questa occasione però le conseguenze economiche oltre a quelle sanitarie della pandemia a Gaza – già in grande difficoltà a causa del blocco israeliano cominciato nel 2007 – e le pressioni dei detenuti politici nelle carceri, potrebbero spingere Hamas a rinunciare a parte delle sue richieste e ad accettare un’intesa al ribasso con Israele pur di alleviare la condizione di una popolazione esausta e frustrata che, tra le altre cose, fa i conti con una massiccia diffusione del contagio.
Nel 2011 in cambio del rilascio del soldato israeliano Ghilad Shalit – fatto prigioniero nel 2006 – ottenne il rilascio di oltre mille prigionieri politici palestinesi, tra i quali lo stesso Yahya Sinwar. Nena News
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