Nella tradizionale rubrica del sabato, un focus sulle collaborazioni di Pechino con alcuni paesi africani: dai progetti in Congo, che stentano a partire, all’arrivo della Via della Seta in Gibuti. E in Senegal i cinesi promuovono l’industrializzazione
di Federica Iezzi
Roma, 9 ottobre 2021, Nena News
Repubblica Democratica del Congo
Kinshasa e Pechino rivedono l’accordo di cooperazione stretto nel 2008, che prevedeva la costruzione di edifici pubblici e strade per un valore di nove miliardi di dollari. Tredici anni dopo, il deficit infrastrutturale della Repubblica Democratica del Congo sta ancora ostacolando il suo sviluppo, ha dichiarato il presidente Félix Tshisekedi.
Nel 2008, l’ex-presidente Joseph Kabila aprì ufficialmente i negoziati con la Cina. Barattò rame e cobalto congolesi, estratti dalla società cinese-congolese Sicomines nel Katanga, per la costruzione di infrastrutture, con due società cinesi, Sinohydro e CREC (China Railway Engineering Corporation). Sono stati progettati più di 3.500 chilometri di strade, altrettanti chilometri di ferrovie, infrastrutture stradali a Kinshasa, 31 ospedali con 150 posti letto e 145 centri sanitari. In cantiere anche almeno 2.000 alloggi sociali nella capitale e 3.000 in provincia, oltre a due moderne università.
Sono stati però avviati solo pochi progetti. Secondo una nota tecnica dell’Agence Congolaise des Grands Travaux (ACGT), i progetti che i gruppi cinesi hanno realizzato non rispettano i loro impegni. Contrariamente a quanto promesso, non sono stati costruiti né università né ospedali. Sono stati completati solo 356 chilometri di strade asfaltate e 854 chilometri di strade sterrate. Diversi edifici sono ancora in fase di riabilitazione a Bukavu, Goma, Bunia e Kalemie.
Nonostante Pechino non abbia ufficialmente reagito alle recenti dichiarazioni che il capo di Stato congolese ha rilasciato contro i gruppi cinesi, i suoi diplomatici sono attualmente al lavoro per riprendere i contatti con le autorità e ripristinare la collaborazione.
***
Gibuti
Gran parte del quadro internazionale del Paese si concentra sulla Cina, nell’orbita economica della Belt and Road Initiative, insieme di progetti supportati dal governo di Pechino e finalizzati alla realizzazione e al potenziamento di infrastrutture commerciali.
Per molti versi la relazione tra Gibuti e la Cina è un caso di studio su come Pechino stia usando la sua strategia di investimento infrastrutturale globale, per aumentare la sua influenza economica e rafforzare la sua posizione di primo investitore in Africa. Nell’accettare vasti afflussi di capitali e prestiti cinesi, Gibuti si trova in una situazione di dipendenza economica.
Ma geopoliticamente è anche la storia di come un piccolo Paese africano, privo di risorse naturali, si sia aperto alle potenze internazionali per approfittare della sua posizione strategica all’ingresso del Mar Rosso. L’apertura della base militare cinese a Gibuti nel 2017, l’unica base permanente del People’s Liberation Army al di fuori della Cina, ha fornito un chiaro segnale dei forti legami tra i due Paesi.
Pechino aveva già puntato gli occhi su Gibuti nei primi anni 2000, investendo nella costruzione di scuole e stadi e ristrutturando strade ed edifici pubblici. Gli investimenti cinesi si sono intensificati dopo che il presidente Xi Jinping ha preso il potere nel 2012. Le tre principali opere forgiate da Xi Jinping sono il porto multiuso di Doraleh, la linea ferroviaria tra Gibuti e Etiopia e il gasdotto tra i due Paesi.
Gibuti ospita anche la zona di libero scambio internazionale, dove le imprese cinesi possono operare senza pagare tasse sul reddito, tasse sulla proprietà, tasse sui dividendi o IVA. E rappresenta indubbiamente un ponte verso Paesi africani molto più promettenti dal punto di vista economico, come l’Etiopia.
Il rapporto tra Cina e Gibuti si è raffreddato negli ultimi anni, soprattutto a causa del debito del Paese africano. La Cina detiene oltre il 70% del debito di Gibuti, che secondo alcuni osservatori minaccia la sovranità del Paese stesso.
***
Senegal
La Cina e il Senegal hanno assistito a una rapida crescita delle relazioni economiche da quando le due parti hanno ripreso i rapporti diplomatici nel 2005. Situato nell’angolo nord-ovest del continente africano, il Senegal è un piccolo Paese la cui economia è alimentata principalmente da agricoltura e pesca, ma che sta attivamente cercando l’industrializzazione attraverso il crescente appoggio finanziario dalla Cina.
Negli anni ’70, Cina e Senegal hanno stabilito relazioni diplomatiche. Due anni dopo, hanno firmato accordi commerciali ed economici che sono durati fino al 1996, quando il Senegal ha tessuto relazioni commerciali con Taiwan. Solo nel 2005, Cina e Senegal hanno ripristinato fragili relazioni diplomatiche.
Oggi, il presidente cinese Xi Jinping continua a spingere verso una forte cooperazione in materia economica e commerciale, mediante costruzione di infrastrutture e vie di comunicazione, aumento di importazioni di prodotti agricoli senegalesi, incoraggiamento negli investimenti internazionali.
Il Senegal è stato un punto caldo per gli investimenti cinesi in Africa occidentale. Le statistiche del National Bureau of Statistics mostrano che il commercio bilaterale è cresciuto costantemente a partire dal 2005. Nena News
Pingback: FOCUS ON AFRICA | federicaiezzi