La nostra rubrica del sabato sul continente africano vi porta anche in Sudan dove il premier Hamdok è sopravvissuto ad un tentativo di assassinio
di Federica Iezzi
Roma, 14 marzo 2020, Nena News –
Repubblica Democratica del Congo
L’ultimo paziente curato per ebola nella Repubblica Democratica del Congo è stato dimesso, ha dichiarato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, portando il focolaio di 19 mesi più vicino alla fine.
La dimissione del paziente da un ospedale nella città orientale di Beni ha segnato la prima volta che non ci sono stati casi attivi da quando l’epidemia è stata dichiarata nell’agosto 2018.
Da allora il virus ha ucciso oltre 2.200 persone e ne ha infettate quasi altre 1.200, rendendolo il secondo peggior focolaio di ebola nella storia. Solo l’epidemia del 2013-2016 in Africa occidentale è stata più mortale, uccidendo oltre 11.000 persone.
In Repubblica Democratica del Congo sono ormai trascorsi 14 giorni senza nuovi casi confermati. L’epidemia può essere dichiarata chiusa una volta trascorsi 42 giorni senza un nuovo caso, equivalente a due cicli di 21 giorni, periodo massimo di incubazione per il virus.
Togo
Aperti i seggi elettorali in Togo per le elezioni presidenziali che dovrebbero prolungare il potere di Faure Gnassingbe, dopo oltre mezzo secolo.
Analisti politici si aspettano che Gnassingbe vinca le elezioni, iniziate al primo turno. Anche se il Paese dell’Africa occidentale di circa otto milioni di persone, disdegna la dinastia di Faure Gnassingbe e di suo padre Eyadema Gnassingbe, che presero il potere in un colpo di stato del 1967.
L’elezione segue un rinnovamento costituzionale dell’anno scorso, non retroattivo, che limita i presidenti a due mandati quinquennali.
Più di 3,6 milioni di persone si sono registrate per votare in quelle che sperano possano essere elezioni legittime.
Il voto si tiene sullo sfondo dell’aumento dei prezzi dei beni di base, di sistemi sanitari deboli, di un settore dell’istruzione in cui gli insegnanti minacciano continuamente scioperi, dell’aumento della disoccupazione tra i giovani. Attualmente più della metà della popolazione vive sulla soglia della povertà, secondo l’African Development Bank.
Gnassingbe affronta sei rivali di un’opposizione divisa e storicamente debole, tra cui Jean-Pierre Fabre, ex giornalista e attivista per i diritti umani, che è arrivato secondo per numero di voti alle elezioni del 2010 e del 2015.
Se nessun candidato si assicura la maggioranza dei consensi, ci sarà un ulteriore voto il mese prossimo.
Sudan
Il primo ministro sudanese Abdalla Hamdok è sopravvissuto a un tentativo di assassinio dopo un’esplosione vicino al suo convoglio nella capitale Khartoum.
“Quello che è successo non fermerà la strada del cambiamento, non sarà altro che un’ulteriore spinta nelle forti ondate della rivoluzione” ha commentato il primo ministro, economista e analista politico, mesi dopo che un movimento democratico ha costretto l’esercito a rimuovere l’ex presidente Bashar al-Bashir.
Falih Salih, ministro delle informazioni del Sudan, ha dichiarato che è in corso un’indagine per determinare i responsabili dell’attacco.
Il rovesciamento di al-Bashir lo scorso aprile è stato seguito da mesi di negoziati tra il movimento militare e quello democratico.
Le due parti hanno raggiunto un accordo di condivisione del potere lo scorso agosto che ha istituito un consiglio sovrano congiunto militare e civile, di 11 membri, che governerà il Sudan per i prossimi tre anni.
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