Seconda parte del nostro servizio sulle 5mila piante presenti in Africa utilizzabili in medicina. L’80% della popolazione si cura così: più accessibili ed economiche. E ora anche l’Oms suggerisce di inserirle nel sistema sanitario ufficiale
di Federica Iezzi
Roma, 14 dicembre 2020, Nena News – (per la prima parte clicca qui)
L’Artemisia herba-alba, comunemente nota come assenzio, originaria dell’Africa settentrionale, è stata utilizzata nella medicina popolare di molte culture. Nella medicina popolare marocchina è usata per trattare ipertensione arteriosa e diabete e in Tunisia è usata in diabete, bronchite, diarrea, ipertensione arteriosa e nevralgie. La tisana di Artemisia herba-alba è stata utilizzata come agente analgesico, antibatterico, antispastico ed emostatico. La straordinaria attività antimicotica dell’Artemisia herba-alba è risultata associata a due principali composti volatili, isolati dalle foglie fresche della pianta, il carvone e il piperitone.
L’Aspalathus linearis, specie endemica sudafricana, viene coltivata per produrre la famosa tisana, nota come rooibos. La sua percentuale di tannino, combinata all’attività antiossidante, immunomodulatrice e chemiopreventiva, ha contribuito alla sua popolarità. Usato tradizionalmente in tutta l’Africa contro vomito e crampi addominali. È sempre più evidente che i flavonoidi presenti nella pianta contribuiscono in modo sostanziale alla riduzione dell’insorgenza di malattie cardiovascolari e di disturbi legati all’invecchiamento. Gli effetti broncodilatatori, antispastici e antipertensivi sono stati confermati in vitro e in vivo.
La Centella asiatica ha una distribuzione pan-tropicale ed è utilizzata in molte culture curative, tra cui la medicina ayurvedica, la medicina tradizionale cinese, il Kampo (medicina tradizionale giapponese) e la medicina tradizionale africana. È utilizzata principalmente nel processo di guarigione di ferite, ustioni e ulcere, è impiegata nel trattamento di lebbra, tubercolosi, lupus eritematoso sistemico, febbre, infiammazione, asma, ipertensione arteriosa, reumatismi, sifilide, epilessia, diarrea e disturbi dell’umore. Nelle isole Mauritius, l’applicazione di Centella asiatica nel trattamento della lebbra fu segnalata per la prima volta nel 1852.
Il Catharanthus roseus ha un caratteristico ruolo terapeutico, in quanto fonte degli alcaloidi antitumorali vincristina e vinblastina, la cui complessità li rende impossibili da sintetizzare in laboratorio. È comunemente usato nella medicina tradizionale nel trattamento di reumatismi, disturbi della pelle, malattie veneree e diabete. La pianta ha anche effetti neurotossici periferici tra cui nevralgia, mialgia, parestesia, perdita dei riflessi tendinei, depressione, episodi convulsivi e difficoltà respiratorie. Altri effetti collaterali includono alopecia, disturbi gastrointestinali, ulcerazioni della mucosa orale, amenorrea e azoospermia.
La Cyclopia genistoides è il componente principale di tisana autoctona del Sud Africa nota come Honeybush, usata per i suoi effetti positivi diretti principalmente sul sistema urinario. È impiegata anche come espettorante e nella tubercolosi polmonare.
L’Harpagophytum procumbens è originario di Sud Africa, Botswana e Namibia. Le popolazioni indigene San e Khoi dell’Africa meridionale hanno usato l’artiglio del diavolo in medicina per allergie, arteriosclerosi, dismenorrea, dispepsia, fibromialgia, malaria, emicrania, mialgia, nevralgia, tendiniti, infezioni del tratto urinario. In più come antiaritmico, analgesico, antidiabetico, antiflogistico, antipiretico, stimolante dell’appetito, diuretico. Sono stati condotti diversi studi clinici per determinare l’efficacia dell’Harpagophytum procumbens per il suo utilizzo come antinfiammatorio, analgesico generale per la lombalgia e agente antireumatico.
La Momordica charantia è un rimedio popolare molto comune per il diabete. Ha una lunga storia di utilizzo come agente ipoglicemico. L’estratto acquoso del frutto di Momordica charantia è un potente stimolatore del rilascio di insulina da isole pancreatiche ricche di cellule beta.
Il Pelargonium sidoides è originario delle regioni costiere del Sud Africa e le informazioni etnobotaniche disponibili mostrano un ampio utilizzo nelle infezioni respiratorie acute, tra cui rinosinusite acuta e bronchite acuta. L’attività antibatterica degli estratti e dei costituenti isolati di Pelargonium sidoides è stata valutata contro batteri gram-positivi e gram-negativi.
Sono ancora aperte molte grandi sfide che devono essere superate e affrontate per realizzare il pieno potenziale dei prodotti vegetali e per convalidarne a fondo gli effetti, con solidi criteri scientifici per poter competere con le terapie convenzionali esistenti. Nena News
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