La nostra rubrica del sabato vi porterà anche in Sudan dove sono decine i feriti nelle manifestazioni di protesta per una transizione più rapida verso la democrazia
di Federica Iezzi
Roma, 11 luglio 2020, Nena News –
Malawi
Il leader dell’opposizione del Malawi Lazarus Chakwera ha prestato giuramento come nuovo presidente del Paese dopo aver battuto lo storico Peter Mutharika. Lazarus Chakwera è stato un predicatore pentecostale per oltre due decenni prima di entrare in politica.
Secondo quanto dichiarato dalla Commissione Elettorale del Malawi, Chakwera ha raccolto 2,6 milioni dei 4,4 milioni dei voti espressi, che rappresentano circa il 59% del totale, contro l’1,7 milioni di voti guadagnati da Mutharika.
Lo scorso febbraio, la Corte Costituzionale del Paese dell’Africa sud-orientale, ha notificato diffuse irregolarità nelle precedenti elezioni del maggio 2019.
Nel tentativo di rovesciare Mutharika, il fratello dell’ex presidente, il defunto Bingu wa Mutharika, il Malawi Congress Party (MCP) di Chakwera insieme a nove altri partiti dell’opposizione formarono una coalizione, la Tonse Alliance.
Le elezioni storiche e il periodo di campagna elettorale accesa hanno rivelato aspre divisioni regionali nel Paese di 18 milioni di abitanti.
La parte meridionale del Paese senza sbocco sul mare ha votato in modo schiacciante per il Democratic Progressive Party (DPP) al potere di Mutharika, mentre la regione centrale ha optato per la Tonse Alliance.
Le aspettative sulla nuova amministrazione sono molto alte riguardo la corruzione dilagante nel Paese, che è classificato 123° su 180 Paesi, nell’indice di percezione della corruzione di Transparency International.
Anche la fiducia del pubblico nelle forze di polizia del Paese è ai minimi storici. Le forze di polizia devono essere rinnovate e riformate. Per troppo tempo, le forze di polizia sono state solo un’estensione del partito al potere. Gli alti ufficiali sono stati nominati non per competenza ma in base alla loro lealtà al partito al potere.
Sudan
Si contano decine di feriti durante le ennesime manifestazioni, in gran parte pacifiche, ancora in corso in Sudan. Decine di migliaia di persone sono nuovamente scese in strada chiedendo riforme più veloci e un reale impegno civile nella transizione del Paese verso la democrazia.
La polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti nelle strade della capitale Khartoum. Proteste simili hanno avuto luogo anche a Kassala nel Sudan orientale e nel Darfur.
Sotto la guida del primo ministro Abdalla Hamdok, una coalizione di opposizione ha accettato di governare congiuntamente con i gruppi militari, in una transizione triennale verso le libere elezioni.
Parti chiave dell’accordo non sono state attuate, come la nomina di governatori di stato civili e l’istituzione di un Parlamento.
Gli organizzatori della protesta hanno chiesto la rapida nomina di governatori civili per le province del Paese. Hanno anche chiesto processi pubblici rapidi per al-Bashir e alti funzionari del precedente governo.
Al-Bashir, in prigione a Khartoum dal suo allontanamento, deve affrontare una serie di accuse legate al colpo di stato del 1989 e alla repressione contro la rivolta civile, diretta conseguenza del suo trentennale governo repressivo.
Etiopia
Hachalu Hundessa, cantante di etnia Oromo, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella capitale etiope a fine giugno. La polizia sospetta un omicidio mirato. Migliaia di persone nella regione di Oromia sono scese in strada chiedendo risposte, tra disordini intracomunitari e intraetnici.
Nelle canzoni pop colme di riferimenti politici, Hachalu ha dato voce a sentimenti di emarginazione tra i membri del suo gruppo etnico Oromo, il più grande dell’Etiopia. La sua musica è stata la colonna sonora delle proteste antigovernative che hanno portato il Primo Ministro Abiy Ahmed, il primo leader Oromo del Paese, a ricoprire l’incarico nel 2018.
Intanto cresce il disagio per le elezioni posticipate e i politici di opposizione hanno già criticato la decisione del mantenimento del potere di Abiy, causa emergenza coronavirus.
La filosofia di controllo di Abiy riunisce diverse parti che rappresentano le comunità di Oromo, Afar e Amhara. Ma lascia fuori il Fronte di Liberazione del Popolo del Tigrayan (TPLF), che ha dominato il Paese per anni.
Secondo l’International Crisis Group esiste un grave rischio di conflitto tra la regione settentrionale del Tigrayan e la vicina regione Amhara, alimentato in parte dal crescente nazionalismo etnico. Nena News
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