Il docufilm sarà presentato domani 4 marzo alle ore 19,00 al teatro Ghirelli di Salerno nella settima edizione della rassegna sulla cultura palestinese. Protagoniste sono sei donne che raccontano la loro vita nella Striscia di Gaza, sotto assedio da oltre dieci anni da parte d’Israele
di Maria Rosaria Greco*
Roma, 3 marzo 2020, Nena News – “A Gaza le donne” è il docufilm che racconta la storia di Madleen, Amena, Mashael, Taghreed, Shadia e Miriam, narrata dalle stesse protagoniste in un reportage su Gaza.
Sei donne, ognuna con un proprio percorso, ma tutte costrette, nella quotidiana oppressione dell’assedio israeliano, a vivere senza futuro, senza diritti, senza dignità e libertà di movimento, prigioniere nella propria terra e continuamente monitorate da droni in grado di uccidere in ogni istante figli, mariti, fratelli. La società tradizionalmente patriarcale non aiuta. Eppure sono donne forti, che sanno sorridere e ti accolgono come ospite prezioso. E tutte ti chiedono di raccontare al mondo, di togliere Gaza dall’isolamento in cui è stata abbandonata.
Il racconto di “A Gaza le donne” incomincia da qui, da questa vita che continua a pulsare nelle vene, a sgorgare nelle pieghe di un sorriso, e a resistere con forza nonostante le condizioni disumane. È la vita di donne che, come due milioni di persone, vivono giorno dopo giorno a Gaza fra mille difficoltà, che continuano a tenere la testa alta, a difendere la propria famiglia, a difendere i propri diritti, consapevoli della feroce oppressione israeliana, ma determinate a non arrendersi.
Sono partita per Gaza con una urgenza: raccontare attraverso le immagini, perché ormai le parole non bastano più per spiegare tutto quello che vedi e senti quando entri nella Striscia, che secondo un rapporto Onu del 2012 sarebbe diventata invivibile nel 2020. La vivibilità o meno fa riferimento alle condizioni essenziali di vita, legate alla potabilità dell’acqua, all’accesso alla corrente elettrica, alla possibilità di curarsi, di studiare, di lavorare, al livello di inquinamento da metalli pesanti dovuto ai bombardamenti, alla incredibile densità abitativa e al tasso elevatissimo e crescente di povertà.
Ovviamente fotografare o riprendere questa realtà implicava l’utilizzo di attrezzatura adeguata, che però avrebbe toccato varie suscettibilità. Innanzitutto dei soldati israeliani che, al confine di Erez, possono decidere quello vogliono, anche se hai regolare autorizzazione del Ministero dell’Interno all’ingresso. Una bella macchina fotografica magari poteva innervosire. L’assoluta imprevedibilità delle decisioni, anche quelle più scontate, è una pratica quotidiana di pressione psicologica che l’occupazione militare usa sapientemente, soprattutto con i palestinesi.
Ma avrei scatenato anche la sensibilità di Hamas che, soprattutto nell’ultimo periodo, teme azioni di spionaggio da parte di Israele. Quindi non è possibile fotografare e riprendere liberamente tutto. Il territorio è monitorato in maniera serrata per evitare che vengano intercettati eventuali obiettivi sensibili. Per due volte sono stata fermata e in un caso hanno cancellato foto e riprese.
Per questo avevo pensato a una soluzione che potesse sottolineare la situazione emergenziale che stavo per rappresentare. Ho girato le riprese con il mio Iphone. Naturalmente senza nessuna troupe e nessun tipo di supporto, unico strumento utilizzato un telefonino. La sera provavo a inviare tutto in Italia attraverso una rete internet lentissima. Anche questo è l’assedio che isola la striscia dal 2007. A Gaza esiste una connessione 2G mentre altrove siamo abituati regolarmente ai 4G.
“A Gaza le donne”, prodotto dal Centro di produzione teatrale Casa del Contemporaneo, viene presentato mercoledì 4 marzo, alle ore 19,00, al teatro Ghirelli di Salerno nella settima edizione della rassegna Femminile palestinese. Segue un dibattito con Antonio Bottiglieri, Presidente Scabec e Angelo Stefanini, medico attualmente impegnato con il PCRF (Palestinian Children’s Relief Fund), già docente dell’Università di Bologna dove fonda il Centro Studi e Ricerche in Salute Internazionale e Interculturale (CSI), già responsabile dell’ufficio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per i Territori Palestinesi Occupati, dove ha anche lavorato nella Cooperazione italiana come responsabile del programma sanitario italiano.
Un particolare ringraziamento va a Meri Calvelli e all’Ong italiana ACS – Associazione di Cooperazione e Solidarietà che ha permesso l’ingresso a Gaza, consentendo quindi le riprese e le interviste. Grazie ai preziosi accompagnatori che hanno tradotto le interviste: Said Almajdalawi, Muhammed Almajdalawi, Mohammed Malakhaofi. E grazie a tutti gli amici incontrati a Gaza, ma soprattutto alle protagoniste che hanno voluto raccontarsi: Madleen Kulab, Amena El Majdalawi, Mashael Al Najjar, Taghreed Jomaa, Shadia Nashwan, Miriam Abu Daqqa.
A Gaza le donne
di Maria Rosaria Greco
Soggetto, Maria Rosaria Greco
Montaggio, Carlo Pecoraro
Consulenza, Pino Grimaldi
Produzione, Casa del Contemporaneo
*Autrice del documentario “A Gaza le donne” e curatrice della rassegna Femminile palestinese
FEMMINILE PALESTINESE – VII EDIZIONE
La settima edizione della rassegna Femminile palestinese prosegue al Teatro Antonio Ghirelli con altre iniziative.
- Fino all’11 marzo al teatro Ghirelli prosegue la mostra “Comunicare la Palestina, una narrazione diversa” a cura di Pino Grimaldi e Enrica D’Aguanno, alla quale hanno aderito 19 designer della comunicazione (10,00-13,00 e 16,00-20,00 dal martedì al sabato). La mostra è stata esposta a Napoli in Accademia di Belle Arti (29/11 – 10/01) con la quale nasce questo progetto di comunicazione sociale. Subito dopo Salerno la mostra sarà esposta a Milano, nella sede AIAP, l’Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva che ha dato il patrocinio all’iniziativa.