L’ultima polemica internazionale innescata dal presidente turco è quella con il leader olandese del Pvv Geert Wilders. La sensazione è che il “Sultano” stia soffiando su uno “scontro di civiltà” per poter ricavare vantaggi politici
di Marco Santopadre
Roma, 19 febbraio 2020, Nena News – Il presidente turco Erdogan ha aperto un nuovo fronte di polemica internazionale, questa volta nei confronti dell’Unione Europea e in particolare dell’Olanda. La sensazione è che il leader turco stia premendo volontariamente l’acceleratore su uno “scontro di civiltà” dal quale pensa di potersi politicamente avvantaggiare.
Nei giorni scorsi il parlamento di Ankara ha annunciato la creazione di una sottocommissione per indagare sui crescenti livelli di razzismo e islamofobia nel continente europeo. A informare la stampa è stato il presidente della Commissione per i Diritti Umani dell’assemblea legislativa turca, Hakan Cavusoglu. “Il razzismo in Europa si sta trasformando culturalmente in islamofobia, che è indice di paura e odio per l’Islam e i musulmani” afferma in un comunicato il parlamentare del partito di governo islamonazionalista, secondo il quale né il Consiglio d’Europa, né l’Osce né l’Unione europea sono riusciti a formulare “una posizione chiara sull’islamofobia”.
Per Cavusoglu, inoltre, i Paesi europei “faticano a vedere l’islamofobia come una forma di discriminazione”. Per questo la costituenda commissione “realizzerà indagini sul campo nei Paesi europei” e “terrà colloqui con istituzioni e organizzazioni internazionali sulla questione”. Due settimane fa il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, aveva già annunciato che il suo paese inizierà a redigere dei rapporti annuali sull’andamento del razzismo e dell’islamofobia anche in altri Paesi. Sfruttando un fenomeno quanto mai reale e preoccupante, la diffusa discriminazione dei cittadini musulmani nelle società europee e occidentali, Erdogan mira ad accreditarsi, in patria e nel resto del mondo, come un vero e proprio campione della difesa dell’Islam a livello internazionale, come dimostra del anche il duro conflitto aperto nei mesi scorsi con la Francia e in particolare col presidente Macron, colpevole di aver promosso una legge contro il cosiddetto “islam separatista”.
Sempre nei giorni scorsi, la magistratura turca ha avviato un’indagine sulle dichiarazioni del politico olandese Geert Wilders, leader del “Partito per la libertà” (Pvv), colpevole di aver definito “terrorista pro-Isis” il presidente Recep Tayyip Erdogan. Secondo l’agenzia di stampa turca “Anadolu”, l’indagine riguarderebbe alcuni post si Twitter di Wilders, che conterrebbero vari insulti rivolti al “reiss”. Il leader del partito di estrema destra avrebbe anche attaccato il primo ministro olandese Mark Rutte per l’eccessiva tolleranza dimostrata nei confronti di Ankara e chiesto che la Turchia venga espulsa dalla Nato. “Questo fascista che ha attaccato il nostro presidente sarebbe stato un dannato nazista se fosse vissuto durante la Seconda guerra mondiale. Se in questo momento vivesse in Medio Oriente, sarebbe un assassino di Daesh”, ha scritto su Twitter Omer Celik, portavoce del Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp).
Paradossalmente Wilders, in passato, aveva paragonato l’Islam al nazismo e aveva chiesto di proibire il Corano nei Paesi Bassi, e per questo era stato sottoposto ad un procedimento penale per incitamento all’odio ma assolto nel 2011. Poi, nel settembre del 2020, il leader del Pvv è stato assolto da una corte d’appello in un processo per discriminazione, anche se lo stesso tribunale ha confermato la condanna inflittagli per aver intenzionalmente insultato la comunità marocchina olandese. L’apertura di un’inchiesta a carico di Wilders da parte delle autorità giudiziarie turche non è piaciuta però al premier dell’Aia Rutte, secondo cui l’esponente politico stava semplicemente esercitando il proprio diritto alla libertà di espressione.
La vicenda però potrebbe avere risvolti più consistenti, al di là delle scaramucce verbali e propagandistiche dei due leader politici.
Precedentemente, infatti, la stampa olandese aveva reso noto che l’autorità antiterrorismo del paese, l’Nctv, avrebbe a sua volta aperto un’indagine proprio a carico del presidente turco Erdogan: i suoi messaggi infuocati e la sua retorica, infatti, potrebbero contribuire a una radicalizzazione della comunità islamica olandese e in particolare sulla numerosa comunità turca. Come riferisce il quotidiano “Hp/De Tijd”, da un’analisi confidenziale dell’Nctv emergerebbe che parte della comunità turco-olandese potrebbe essere “vulnerabile all’influenza della Turchia” e alla retorica islamista di Erdogan. Inoltre, le autorità turche starebbero consapevolmente permettendo l’infiltrazione di alcune organizzazioni salafite o di orientamento jihadista all’interno delle istituzioni della comunità turco-olandese.
L’Nctv ha parzialmente smentito le notizie riportate dalla stampa dei Paesi Bassi, affermando che ancora non è stata aperta una inchiesta formale sull’argomento che pure è all’esame dell’antiterrorismo a causa dei forti legami di una parte consistente della comunità turca olandese con il governo e gli apparati religiosi turchi.
Il quotidiano “Hp/De Tijd” ha comunque confermato che, secondo fonti definite “ben informate”, l’analisi sarebbe attualmente in fase di valutazione da parte sia dei servizi di intelligence militari che di quelli generali.