È salito a 31 il bilancio dei soldati uccisi in due attacchi terroristici. Al-Sisi ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, mentre il governo pensa di sgomberare alcuni villaggi ritenuti basi dei terroristi
della redazione
Roma, 25 ottobre 2014, Nena News – L’Egitto ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nella Penisola del Sinai e ha chiuso a tempo indeterminato il valico di Rafah con la Striscia di Gaza, in seguito ai due attacchi di stampo jihadista che sono costati la vita a 31 militari. Inoltre, il presidente Abdul Fattah al-Sisi ha presieduto un incontro d’emergenza del Consiglio per la Difesa nazionale e ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.
Le zone nord-orientali del Sinai sono sempre più instabili dalla caduta, nel 2011, dell’ex presidente Hosni Mubarak. Una situazione che si è deteriorata dall’estate del 2013, quando il golpe militare ha cacciato dal potere l’ex presidente Mohammed Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani, diventati una formazione terroristica con la salita alla presidenza del generale al-Sisi e spesso accusati di stare dietro gli attentati che scuotono la Penisola.
Inoltre, ieri mattina sono state incendiate con bombe molotov due automobili del consolato dell’Arabia Saudita nella città di Suez. Riad, nemica giurata della Fratellanza, si è schierata con al-Sisi l’anno scorso e, assieme ad altri Paesi del Golfo, ha dato all’Egitto una marea di soldi e di aiuti in prodotti petroliferi.
Al momento non ci sono rivendicazioni, ma il dito delle autorità egiziane è puntato contro il gruppo islamista Ansar Beit al-Maqdis, ritenuto responsabile di numerosi attacchi contro le forze di sicurezza egiziane, costati la vita a centinaia di soldati e di poliziotti. Lo scorso settembre il gruppo ha rivendicato l’uccisione di 11 agenti in un attacco dinamitardo contro un convoglio e l’anno scorso al Cairo ha tentato di uccidere il ministro dell’Interno. Il gruppo ha anche diffuso video di decapitazioni e ha dichiarato di essere legato all’autoproclamato Stato islamico.
L’instabilità del Sinai sta dando al governo il pretesto per usare il pugno di ferro in questa regione recalcitrante. Secondo notizie trapelate dal governo, il Cairo potrebbe sgomberare alcuni villaggi del nord del Sinai, ritenuti basi degli islamisti, dichiarandole zone militari chiuse. Nena News