Shadi Ghazaly Harb è in carcere da ieri perché accusato di aver insultato le istituzioni statali e per aver pubblicato “notizie false” sui social media. Venerdì era stata arrestata Amal Fathy, attivista e moglie di Mohammed Lofty, il consulente della famiglia Regeni
della redazione
Roma, 16 maggio 2018, Nena News – La repressione del regime egiziano di al-Sisi non conosce tregua: ieri un procuratore di stato ha ordinato la detenzione per 15 giorni del noto attivista Shadi Ghazaly Harb nell’attesa che le indagini sul suo conto vadano avanti. Secondo quanto ha dichiarato la legale dell’imputato, Rajia Omran, Harb, protagonista delle manifestazioni anti-Mubarak del 2011, si era consegnato al procuratore di Dokki lunedì perché accusato di aver insultato le istituzioni statali e per aver pubblicato “notizie false” sui social media. Il procuratore aveva quindi ordinato il suo rilascio su cauzione (2.800 dollari). Tuttavia, l’attivista è rimasto in cella per un altro caso riguardante la “sicurezza dello stato” in cui sono coinvolti diversi oppositori del presidente egiziano al-Sisi. Harb, che ieri è stato interrogato per diverse ore dalla procura, è accusato di far parte di una organizzazione terroristica, di aver usato i social media per istigare al terrorismo e per aver pubblicato “fake news” che danneggiano la sicurezza e l’interesse pubblico.
Il caso di Harb giunge a pochi giorni dall’arresto dell’attivista Amal Fathy. Fathy è stata arrestata venerdì scorso dopo che aveva postato un video in cui criticava il governo per la sua incapacità di affrontare la questione delle molestie sessuali nel paese. Sono stati rilasciati invece suo marito e il bimbo di tre anni che erano stati portati via con lei. Sulla detenzione di Fathy è intervenuta subito l’ong Amnesty International (AI) che ha parlato di un “nuovo punto basso raggiunto dall’Egitto nel campo della libertà di espressione”. Ma soprattutto la famiglia Regeni: due giorni fa la madre di Giulio, Paola Deffendi, ha annunciato l’inizio di uno sciopero della fame finché non verrà scarcerata l’attivista. A lei si alterneranno anche la sua legale Ballerini, altri esponenti politici (tra loro Laura Boldrini e Monica Cirinnà) e della società civile. Del resto oltre ad essere una nota attivista, Amal Fathy è la moglie di Mohammed Lofty, consulente della famiglia Regeni e direttore dell’Ecrf (Commissione egiziana per i diritti e le libertà).
Ma Harb e Fathy solo solo gli ultimi nomi di una lunga lista di dissidenti detenuti in carcere, quando non uccisi o scomparsi nel nulla. Da quando il regime di al-Sisi è salito al potere con un golpe militare ai danni del presidente islamista Morsi, sono migliaia le persone, principalmente islamiste ma anche “laici” o semplicemente dissidenti, a essere vittime dello stretto giro di vite del regime. Il governo ha anche vietato le proteste non autorizzate dal ministro degli Interni. Senza dimenticare poi che la scure di al-Sisi ha colpito anche il mondo dell’informazione tra arresti di giornalisti e centinaia di siti web chiusi. Nena News