Per la prima volta al-Sisi “commemora” in pubblico la rivoluzione rivolgendosi alla “gioventù sincera” che la realizzò. Ma Il Cairo è blindato, la piazza simbolo della sollevazione è occupata dai veicoli della polizia e alla vigilia è stato arrestato il regista Hamdi per un video che ricordava la protesta
di Chiara Cruciati
Roma, 26 gennaio 2020, Nena News – Ieri, decimo anniversario della rivoluzione egiziana del gennaio 2011, è trascorso quasi in silenzio. Il primo ministro Madbouly aveva annunciato domenica l’estensione dello stato di emergenza, in vigore dal golpe di al-Sisi nel luglio 2013. Altri tre mesi in tutto il territorio che per il Sinai è stato “allargato” a un coprifuoco notturno dalle 7 di sera alle 6 del mattino.
Mabdouly ha anche ordinato un giorno di festa, pagato, per tutti i dipendenti pubblici e privati. Sia per “commemorare” Tahrir che per festeggiare la festa delle forze armate e della polizia, che cade proprio il 25 gennaio (per questo era stata la data scelta dai manifestanti per lanciare la sollevazione popolare).
Ma soprattutto ha parlato Abdel Fattah al-Sisi, ex generale e presidente golpista, che dal regime di Mubarak fatto cadere nel 2011 ha ripreso la natura, peggiorandola, brutalizzandola ulteriormente, dando all’esercito un potere ancora maggiore del passato. Ieri al-Sisi ha preso parte ai festeggiamenti per il giorno della polizia all’Accademia di New Cairo, la capitale che sta sorgendo a una 40ina di chilometri dal Cairo, simbolo plastico di quei faraonici progetti infrastrutturali che stanno segnando la sua presidenza, quasi del tutto affidati alle aziende controllate dalle forze armate.
Alla cerimonia hanno partecipato il papa copto ortodosso Tawadros II e lo Sheikh di al-Azhar Ahmed al-Tayyeb. Accanto ad al-Sisi anche il ministro dell’Interno Tawfik, con cui il presidente ha onorato il memoriale dei martiri della polizia Ha reso un caloroso tributo alle forze armate impegnate contro il “terrorismo”, categoria piuttosto ampia in cui il regime fa ricadere i jihadisti dell’Isis attivi in Sinai e i dissidenti egiziani.
E poi ha parlato della rivoluzione, “guidata da giovani fedeli che volevano un futuro migliore”: “Oggi è l’anniversario della rivoluzione del 25 gennaio. Una rivoluzione guidata da giovani sinceri che aspiravano a una realtà migliore e a un futuro migliore. Voglio dire alla gioventù egiziana che il loro paese guarda alle loro braccia forti e ai loro comportamenti sinceri per completare la marcia verso le riforme e lo sviluppo”.
Parole che non riflettono la realtà terribile della repressione che ha silenziato ogni voce critica. E’ la prima volta in sei anni che al-Sisi affronta la questione della rivoluzione in pubblico, addirittura riconoscendo il valore di chi scese in piazza. Niente cambia però, e lo dimostra il dispiegamento di polizia e militari che ha occupato Il Cairo, e in particolare piazza Tahrir, epicentro della sollevazione, nei giorni precedenti e successivi l’anniversario: agenti antisommossa e veicoli blindati hanno riempito le strade che conducono verso Tahrir, talmente rinnovata dal regime nella struttura – con investimenti imponenti – da non assomigliare più alla piazza che fu.
Non solo: alla vigilia dell’anniversario, è stato arrestato il regista di film d’animazione e fumettista Ashraf Hamdi. Aveva realizzato un video per i dieci anni da piazza Tahrir: un giovane egiziano in piedi su due camion in corsa – come la famosa pubblicità con l’attore Jean Claude Van Damme – con le braccia incrociate e un pensiero “letto” da una voce fuori campo, sul silenzio imposto dal regime, la frustrazione delle speranze di un cambiamento e la nascita di una nuova spinta contro tirannia e ingiustizia. In chiusura la frase «Continueremo».
Hamdi, che su YouTube ha un canale, Egyptoon, seguito da tre milioni di persone, stato portato via domenica notte ma è riuscito a scriverlo su Facebook («Mi stanno arrestando»). L’Egitto di al-Sisi non fa sconti e “celebra” Tahrir come al solito. Nena News