La guida spirituale Mohammed Badie, assieme ad altri dirigenti della Fratellanza, è accusato di avere organizzato disordini nelle settimane successive al golpe militare che ha portato al potere l’attuale presidente al Sisi
della redazione
Roma, 11 aprile 2015, Nena News – La scure della giustizia egiziana si è abbattuta ancora sul movimento islamico dei Fratelli Musulmani, messo fuorilegge dal presidente Abd al-Fattah as-Sisi nel dicembre del 2013, dopo che l’esercito ha deposto (luglio 2013) con un golpe il presidente eletto Mohammed Morsi, esponente della Fratellanza e anch’egli in carcere assieme a centinaia di sostenitori.
Un tribunale egiziano oggi ha confermato la condanna a morte della guida spirituale del movimento islamico, Mohammed Badie (71 anni), assieme ad altre 12 persone, tutti accusati di avere pianificato attacchi contro lo Stato. Badie era stato condannato lo scorso marzo e la sentenza odierna è appellabile in Cassazione, ultimo grado di giudizio.
Gli eventi a cui si fa riferimento sono le proteste scoppiate nel paese dopo la deposizione del presidente islamista Mohammed Morsi. Le forze di sicurezza allora repressero con durezza i sit-in dei sostenitori della Fratellanza uccidendone a centinaia. Una repressione che ha avuto al momento il suo apice in piazza Rabaa al-‘Adawiya il 14 agosto del 2013, dove almeno 600 persone sono state uccise dalle forze di sicurezza.
Il tribunale ha comminato anche 23 condanne all’ergastolo per altrettanti imputati, tra cui Mohamed Soltan, che detiene passaporto statunitense, figlio del predicatore della Fratellanza Salah Soltan che in vece è tra i condannati alla pena capitale.
Dopo il golpe del luglio del 2013, al Sisi ha stretto la morsa sulla Fratellanza e ha emanato, in assenza di Parlamento, leggi liberticide, tra cui quella anti-terrorismo, che hanno imbavagliato la stampa e hanno limitato in maniera drastica la libertà di espressione e di manifestazione. I tribunali militari hanno giurisdizione sulle strutture pubbliche del paese e decine di cittadini sono giudicati dai togati in divisa. Nena News