Sono 24 le persone finite in manette durante le proteste per l’uccisione di un 22enne vicino a Nazareth. Un omicidio a sangue freddo, secondo le immagini delle videocamere di sorveglianza, ma la polizia nega. Oggi accoltellato un militare a Tel Aviv e tre coloni vicino a Betlemme
della redazione
AGGIORNAMENTO ORE 17.30 – ISRAELE-CISGIORDANIA. Agguati in strada: tre israeliani accoltellati
È di una donna di 25 anni morta e tre feriti, tra cui uno grave, il bilancio di due attacchi palestinesi consumatisi nel giro di poche ore in Israele e in Cisgiordania. Il più recente a una fermata del bus a Gush Etzion, colina ebraica in Cisgiordania, dove un uomo ha aggredito con un coltello tre persone, uccidendo una donna, prima di essere ucciso dalla polizia. Poche ore prima a Tel Aviv un soldato israeliano è stato accoltellato da un giovane di Hebron e versa in gravi condizioni.
Non si è fatta attendere la reazione del premier israeliano Netanyahu che ha suggerito ai “terroristi di andarsene a Gaza”. Nena News
Roma, 10 novembre 2014, Nena News – Sono 24, tra cui dieci minorenni, i palestinesi con cittadinanza israeliana che oggi sono apparsi in tribunale per la convalida dell’arresto. Devono rispondere delle accuse di lancio di pietre e turbativa dell’ordine pubblico durante le manifestazioni nella città settentrionale di Kfar Kana, vicino a Nazareth.
Le proteste sono scoppiate in seguito all’uccisione da parte della polizia israeliana del 22enne Kheir Hamdan. Secondo la ricostruzione dell’accaduto, il giovane è stato ucciso dopo avere colpito un furgone della polizia durante l’arresto di un parente. Un video girato da una telecamera di sicurezza mostra il 22enne colpito alle spalle mentre si allontanava dal veicolo. La versione israeliana parla invece di legittima difesa degli agenti.
L’episodio ha scatenato la rabbia dei palestinesi residenti nei territori occupati nel 1948, cioè l’attuale Israele. In centinaia hanno manifestato nelle città e nei villaggi palestinesi d’Israele. A Taibe, a nord-est di Tel Aviv, la folla ha lanciato sassi contro l’automobile di un israeliano. In un altro incidente a Fureidis, vicino ad Haifa, è stato lanciato un ordigno artigianale, che non è esploso, contro un’auto della polizia. Ed è di oggi la notizia dell’accoltellamento di un soldato israeliano a Tel Aviv, attribuito a un palestinese di Nabuls, in Cisgiordania. Il militare versa in gravi condizioni.
La tensione è alta e la rabbia dei palestinesi dei Territori occupati e di Gerusalemme, teatro di duri scontri negli ultimi giorni, si è diffusa anche nel cosiddetto 48, dove vivono i discendenti dei palestinesi che non furono espulsi, o uccisi, durante la campagna di occupazione da cui è nato lo Stato ebraico. Cittadini di seconda classe, che ritengono di vivere sotto l’occupazione israeliana e lamentano discriminazioni.
L’offensiva estiva contro la Striscia di Gaza ha esacerbato gli animi dei palestinesi. L’attacco è stato seguito dalla ripresa a pieno ritmo della politica degli insediamenti a Gerusalemme est, che ha provocato nuove tensioni tra israeliani e palestinesi, con una raffica di arresti: sono circa duecento i palestinesi finiti in carcere nelle ultime due settimane. Nelle celle israeliane ci sono circa 7mila detenuti palestinesi, tra cui molti in detenzione amministrativa, cioè senza accuse. Nena News