Era stata fermata venerdì scorso da soldati israeliani nella zona di Nablus e subito trasferita a Tel Aviv in attesa dell’espulsione.
AGGIORNAMENTO 15 GIUGNO
Samantha Comizzioli è stata trasferita al carcere per detenuti comuni di Givon e sarebbe stata costretta ad interrompere lo sciopero della fame. L’udienza del processo a suo carico prevista per oggi è slittata a domani. Lo riferiscono fonti vicine all’attivista italiana fermata e incarcerata venerdì scorso.
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Roma, 13 giugno 2013, Nena News – Potrebbe essere deportata domani sera l’attivista italiana Samantha Comizzoli fermata ieri e detenuta da soldati israeliani mentre come ogni venerdì manifestava assieme ad altre persone alle porte del villaggio di Kufr Qaddom, vicino Nablus, contro il Muro di separazione e la confisca di terre palestinesi. Lo affermano fonti vicine all’attivista.
Comizzoli è stata subito trasferita nel centro di detenzione dell’aeroporto internazionale “Ben Gurion” di Tel Aviv dove ha cominciato uno sciopero della fame in segno di protesta e per chiedere la liberazione dei minori palestinesi nelle carceri israeliane.
Il visto scaduto dell’attivista è uno dei motivi scelti dalle autorità di Tel Aviv per procedere alla deportazione. Comizzoli rifiuta l’espulsione e di rispondere alle domande della polizia israeliana.
Presente da lungo tempo in Cisgiordania a sostegno dei diritti dei palestinesi, Comizzoli attraverso il suo blog informa costantemente l’opinione pubblica italiana, anche con l’utilizzo di immagini, sulla situazione nei Territori occupati e denuncia le violazioni ed abusi che subisce la popolazione civile da parte delle forze armate israeliane. Non manca di criticare la politica dell’Autorità nazionale palestinese.
In queste ore decine di follower di Samantha Comizzoli hanno lanciato in internet una campagna in suo sostegno e di denuncia della sua detenzione e probabile deportazione. Nena News
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