Nel 41esimo anniversario della Giornata della Terra, una mostra di artigianato veicola un preciso messaggio unito alla rappresentazione dell’abilità manuale: rafforzare il principio di comunità e le pratiche di resistenza
di Cecilia D’Abrosca
Roma, 10 aprile 2017, Nena News – 30 marzo 2017, Day in Defense of the Land: i palestinesi, così come avviene da più di trent’anni, dedicano questo giorno al ricordo delle proteste del 30 marzo 1976, organizzate dai cittadini palestinesi di Israele, contro il piano del governo di confiscare centinaia di acri di terra situati nella regione della Galilea per permettere il trasferimento di famiglie israeliane. Durante le proteste, l’esercito uccise sei palestinesi.
La celebrazione di quest’anno è stata introdotta da una significativa mostra di artigianato, voluta dal Ministero della Cultura e delle Arti di Gaza per esaltare la tradizione artigianale palestinese, rivitalizzarla, illustrarne i motivi artistici e le tecniche di realizzazione.
Il tema della mostra, aperta il 30 marzo al Rashad al-Shawwa Cultural Center, è quello delle radici e della identità di una civiltà che fa fatica ad affermarsi in senso pieno, del voler ripercorrere un passato percorso da battaglie e rivendicazioni che continuano nel presente, nelle azioni quotidiane e nelle scelte dei più giovani di restare in Palestina e costruire la propria vita.
Molti di loro sono gli stessi artigiani che hanno contribuito all’allestimento della mostra, esponendo i propri lavori di ricamo o i costumi indossati in particolari momenti o altre opere realizzate a mano. Nell’intenzione degli organizzatori v’è l’intento di veicolare un preciso messaggio unito alla rappresentazione dell’abilità manuale: rafforzare il principio di comunità e le pratiche di resistenza. I destinatari principali sono le nuove generazioni, affinché conoscano la storia della Palestina e continuino il lavoro di liberazione e di unità nazionale.
Gli adulti incitano i giovani a non disperare, a usare la creatività e il talento per continuare a diffondere i medesimi valori nel tempo: la premessa è di instillare passione e interesse, necessità di informarsi sulla questione palestinese e di informare.
Seguendo la linea di diffusione di valori in senso capillare, diversi comitati arabi hanno deciso di attivarsi optando per la formazione rivolta ai giovani laureati palestinesi: archeologi, storici, architetti, per fare in modo che, questi possano, attraverso mezzi adeguati, conservare e custodire il patrimonio storico, archeologico ed artistico della propria terra.
Gli anni Settanta sono stati un momento di trasformazione per la storia di molti paesi del mondo: lo sciopero del 1976, organizzato dai palestinesi residenti in Israele, scarsamente riconosciuti socialmente e politicamente, fu associato a “La giornata in difesa della terra” (Day in Defense of the Land) ed era predestinato ad essere una dimostrazione pacifica circoscritta ai villaggi e alle città arabe.
Ebbe un riscontro fortissimo in termini di partecipazione, sia dal punto di vista della pianificazione che dell’esecuzione, poiché coinvolse decine di centinaia di operai, commercianti, studenti, uomini e donne.
Nonostante la confisca fosse una pratica non sconosciuta ai palestinesi, il piano di “israelianizzare” della Galilea li sconvolse spingendoli a reagire. La violenza della repressione, da parte israeliana, causò la morte e il ferimento di alcuni palestinesi, ma la loro mobilitazione rappresentò a livello simbolico l’assunzione di una posizione di non sottomissione ed arrendevolezza e la volontà di continuare a lottare in nome della autonomia.
Lo spirito della celebrazione, nonostante siano trascorsi molti anni, è ancora intatto, parimenti il suo valore civile, che rende i palestinesi parte di una comunità e li accomuna ai medesimi ideali. Nena News