Nonostante la brevità della sua esistenza, l’autrice iraniana è riuscita a cogliere i cambiamenti culturali e sociali avvenuti in Medio Oriente nel Novecento in termini di spinte liberiste e mutamenti del costume. I suoi scritti hanno rivoluzionato lo sfondo della composizione poetica in Iran. La sua vita personale “fuori dagli schemi” ha fatto sì che alcune delle sue opere venissero censurate negli anni post Rivoluzione Islamica
di Cecilia D’Abrosca
Roma, 20 novembre 2017, Nena News – Forough Farrokhzad esprime in nuce i cambiamenti sociali e culturali intervenuti nel Novecento, nell’area mediorentale, in termini di spinte liberiste e mutamenti del costume. La biografia di Forough Farrokhzad è oggetto di letture e interpretazioni contrapposte, nonostante la brevità della sua esistenza. Il 1967 è l’anno in cui l’Iran perde una delle sue interpreti più espressive: la poetessa, scrittrice e regista Forough Farrokhzad; il 2017 segna il cinquantenario della sua morte, avvenuta a causa di un incidente stradale.
Talvolta la storia impedisce all’oblio di colpire la memoria, che resiste, intatta. Nel caso di Forough Farrokhzad ciò è stato reso possibile, in primis, dall’opera di traduzione dei suoi testi, e dalla loro divulgazione. Forough Farrokhzad nasce a Teheran, nel 1935, all’interno di una famiglia di classe medio-alta. Compie studi legati alla moda e alla pittura, mostrando, sin dall’inizio, inclinazioni artistiche. All’età di 16 anni sposa, contro il suo volere, un cugino e, dall’unione nasce il loro unico figlio, Kamyar. Poco dopo, la coppia divorzia e il bambino viene affidato all’ex marito e alla famiglia di lui. Un esaurimento nervoso assale Forough Farrokhzad, la quale viene sottoposta a “cure” estreme. La fine di questo doloroso periodo la spingerà verso la poesia.
Asir (“Prigioniera”) è la prima raccolta di poesie pubblicata nel 1955; essa segna l’avvio di un percorso di ricerca individuale e individualista che spazza via la figura di moglie “devota” ascritta al suo ruolo. L’abbandono di una vita familiare convenzionale la trasforma in bersaglio di stereotipi e pubblica disapprovazione. A dispetto della ricostruzione sociale, che ha accompagnato la modernizzazione dell’Iran nel 1940, criticare le opzioni di scelta disponibili per le donne costituiva ancora un tabù, come fa Farrokhzad nelle poesie “The Wedding Band”, “Call To Arms” e “To My Sister”:
Sister, rise up after your freedom,
why are you quiet?
rise up because henceforth
you have to imbibe the blood of tyrannical men.
– from “To My Sister”
Nel 1956 intraprende un viaggio in Europa e nello stesso anno pubblica la sua seconda raccolta, dal titolo Divar (“Il Muro”). La lontananza dall’Iran determina una rottura definitiva e insanabile con la sua vita pregressa; per ben nove mesi esplora il continente, plasmando la sua scrittura all’esperienza del viaggio. Durante questo periodo incontra Ebrahim Golesan, scrittore e cineasta, e i due s’innamorano. La sua vita personale “fuori dagli schemi”, associata ad una immagine carica di sensualità, fa sì che alcune delle sue opere siano censurate negli anni successivi alla Rivoluzione Islamica:
I sinned, a sin all filled with pleasure
next to a body now limp and languid
I know not what I did, God
in that dim and quiet place of seclusion.
– from “The Sin”
L’universo della poesia iraniana, d’altronde come altri campi artistici e del sapere, era dominato da uomini, ma Forough Farrokhzad riesce a spiccare tra i suoi contemporanei, Ahmad Shamlou e Nima Youshij. La cruda emozione, che si avverte sin dai suoi primi testi, si fa più matura nella collezione Esian (“Ribellione”) e in definitiva in Tavallodi Digar (“Un’altra nascita”), quando Forough Farrokhzad viene accolta come poetessa di indubbio valore culturale.
La costruzione della sua una intensa carriera letteraria non procede di pari passo con la felicità della sua vita affettiva. A seguito della separazione dall’ex-marito le è concesso di vedere suo figlio poche volte. L’allontanamento forzato dal bambino la spingerà verso una esperienza traumatica, che culmina nella ospedalizzazione, scandita dalla pratica dell’elettroshock.
Conclusasi la fase acuta del ricovero, Forough Farrokhzad rientra a Teheran, stabilendo contatti con editori e scrittori. In una società in cui, storicamente, le donne con la loro bellezza e il loro corpo, costituiscono il soggetto più ammirato e celebrato dalla poesia, Forugh Farrokhzad trasforma gli uomini in soggetto poetico, in oggetto d’amore e di attenzione, di passione e di desiderio. I suoi poemi autobiografici sono composti secondo una visione chiaramente femminista e “moderna”, opposta a quella “tradizionale” – forma rifiutata dalla comunità accademica e considerata priva dei canoni della poesia. Questo tipo di approccio alla scrittura la espone ad una ulteriore critica sociale, pur continuando a vivere senza compromessi e proiettando le sue energie sul percorso di crescita professionale ed umana.
Si avvicina, poi, al cinema, realizzando il suo primo documentario, Khaneh Siah Ast (“The House is Black”), del 1963, incentrato su una comunità di lebbrosi vicino Tabriz, città nord-occidentale dell’Iran. Il merito artistico e il successo della sua intera produzione la pongono nell’àlveo della tradizione. In quello stesso anno, Khaneh Siah Ast viene premiato come miglior documentario al Festival Internazionale del Cortometraggio di Oberhausen, istituito in Germania nel 1954.
Nella primavera del 1964, esce l’opera Tavallodi Digar (“Un’altra nascita”). La raccolta è inserita tra le opere intellettuali di maggior respiro della letteratura e poesia persiana. Gli scritti di Forough Farrokhzad rivoluzionano lo sfondo della composizione poetica in Iran, che poggia su concezioni che mortificano il peso della presenza femminile: le donne erano ritenute più adatte a tenere le labbra ben chiuse e a mostrarsi sorridenti piuttosto che a parlare di frequente.
Forough Farrokhzad è ritratta, nelle parole di sua sorella Puran, come, “Una donna attiva e curiosa, che soffiava nuova vita nel mondo culturale dell’Iran”, colei che “Ha elaborato un nuovo modello stilistico, partendo dal linguaggio contemporaneo, attraverso una sintesi che ha liberato artisti e scrittrici (iraniane). ”
Forough Farrokhzad continua a scrivere e a pubblicare fino alla morte. La sua produzione poetica, letteraria e cinematografica ha influenzato generazioni di iraniani – e di recente – lettori e spettatori in tutto il mondo. Nena News
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