L’ente è nato per diffondere e ispirare la produzione culturale indipendente dei Paesi arabi e delle comunità della Diaspora candidandosi come spazio espositivo e conoscitivo di forme estetiche, servizi culturali e prodotti del mercato cinematografico arabo contemporaneo
di Cecilia D’Abrosca
Roma, 6 marzo 2017, Nena News – Zenith Foundation è un ente senza scopo di lucro, nato per diffondere e ispirare la produzione culturale indipendente dei Paesi arabi e delle comunità vittime della diaspora. La finalità della Fondazione, che opera tra Europa e Medio Oriente, è quella di candidarsi come spazio espositivo e conoscitivo di forme estetiche, servizi culturali e prodotti del mercato cinematografico arabo contemporaneo, fissando un punto di partenza e una evoluzione, necessarie a spiegare movimenti e fenomeni sociali.
Nel 2013 è riconosciuta alla Fondazione la personalità giuridica, agendo, da allora, come soggetto di diritti e doveri, essa focalizza la sua azione informativa, promulgativa e di tutela del patrimonio artistico e culturale, verso produzioni connesse alla diffusione di valori civili ed etici, trasmessi, in modo particolare, attraverso il cinema egiziano e siriano.
La Zenith Foundation soddisfa un intento organizzativo e comunicativo impostato sull’attuazione di obiettivi legati alla capacità di ispirare, arricchire, contaminare il processo di cultura in atto nella civiltà araba; ripercorrendo la storia della produzione filmica indipendente, organizza la programmazione di film, la realizzazione di festival cinematografici e musicali e simposi di arte contemporanea. Il programma lavora su forme d’arte non convenzionale che affiorano con vigore nei luoghi della cultura araba e musulmana, sancendo quello che è l’universo culturale e letterario di riferimento, nonchè del pensiero.
Eredità culturale dello Zenith: il caso del cinema egiziano
La scelta di interrogare la filmografia araba, presuppone la ricostruzione e l’analisi del percorso di nascita e consacrazione della cinematografia araba. L’esperienza egiziana, ad esempio, ha spianato la strada e, allo stesso tempo, ha dato un impulso alla creazione di produzioni indipendenti, ossia non allineate al mainstream. Il periodo d’inizio del cinema, in Egitto, coincide col Novecento, sebbene l’istituzionalizzazione sia avvenuta nel 1935 attraverso la fondazione del primo Studio; da quel momento, il profitto ricavato, sarà il più proficuo dopo quello dell’industria tessile. I film egiziani sono i primi ad essere visti nel mondo arabo; molti sono adattamenti letterari, nel senso che, le vicende e i personaggi sono presi in prestito dalla letteratura.
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, le tematiche realiste dell’osservazione della quotidianità e delle condizioni di vita urbane, vengono trasposte nel mezzo cinematografico, determinando l’affermazione del cinema realista in Egitto, che sarà influenzato dagli scritti di Naguib Mahfouz (Premio Nobel per la Letteratura nel 1988), ai quali, il regista Salah Abu Seif, considerato il rappresentante decisivo del genere, lavorerà senza tregua. Dalla collaborazione tra i due autori egiziani, nascono opere che formano l’emblema del Realismo: il film Cairo 30 (1966) e The Beginning and End (1950), opera di letteratura che ripercorre il tema esistenzialista. I protagonisti sono i “cattivi ragazzi”, che incarnano la figura del benestante o quella del proprietario terriero, accanto ad una enfasi sulle devastazioni causate dalla povertà.
Le mutate esigenze sociali e i bisogni economici dettano, poi, i contenuti del Nuovo Realismo, che individua i nuovi “nemici”: uomini d’affari senza scrupoli, ricchi corrotti, e evidenze di un materialismo fuori controllo. Il Nuovo Realismo conferisce la possibilità della mobilità sociale, trasformando il determinismo, tipico del Realismo, come un contenuto datato: i nuovi eroi prendono iniziativa, difendono se stessi, non temono di usare violenza contro i truffatori. La battaglia morale è contro l’egosimo e la corruzione, laddove i personaggi sono i difensori della famiglia e delle norme sociali tradizionali.
Al di fuori dell’Egitto, il medium è usato come parte della resistenza al Colonialismo: in Algeria, il Governo Provvisorio forma il Service du Cinema National nel 1958 (la cui testimonianza precede di qualche anno l’indipendenza dalla Francia, raggiunta nel 1962). Dopo la riforma agraria, nel 1970, il Nuovo Cinema in Algeria apre a nuove tematiche quali le ingiustizie sociali, la società post-coloniale, la migrazione in Francia, la burocrazia, l’emancipazione femminile, il fondamentalismo islamico (a partire dal 1990). Un altro esempio di cinema altamente politicizzato è quello siriano, di cui si fa rappresentante, dal 1972, l’Alternative Cinema in Siria che, sceglie il cinema sociale ed autoriale, vicino al Nazionalismo, movimento pan-arabo e al tema della giustizia, ponendo al cuore della trattazione, la Palestina. Il Movimento include registi libanesi, palestinesi ed egiziani, tra i lavori finanziati dall’Alternative Cinema, vi è The Dupes (1972), del regista egiziano Taufik Salih, basato su una idea letteraria di Ghassan Kanafani, autore e attivista palestinese, che nel 1962 aveva scritto Men Under The Sun.
Il panorama storico e valoriale, dal quale attinge lo Zenith, definendo la sua filosofia di azione, è questo. Gli interventi e le iniziative predisposte, seguono un progetto rispondente al bisogno di ricostruire i meccanismi sociali e le dinamiche politiche che, nel Novecento, hanno strutturato e di seguito, rimaneggiato, l’immagine del mondo arabo e della cultura, utilizzando un cinema dai contenuti sociali ed etici che restituisse tratti di verosimiglianza. Nena News