Il premier Hamdallah afferma che la comunità internazionale minaccia di boicottare la dirigenza palestinese qualora il governo di unità nazionale dovesse pagare gli stipendi degli impiegati appartenenti all’ex governo Hamas. Ieri, intanto, duri scontri a Gerusalemme est tra palestinesi e forze di polizia israeliana dopo l’annuncio della morte del giovane Mohammed Abd al-Majid Sunuqrut
della redazione
Roma, 8 settembre 2014, Nena News – Le tensioni tra Autorità palestinese e Hamas sono ormai all’ordine del giorno. L’ultimo capitolo è stato scritto ieri dal premier del governo di unità nazionale palestinese, Rami Hamdallah. In una intervista rilasciata all’AFP, Hamdallah ha dichiarato che la comunità internazionale ha minacciato di boicottare la dirigenza palestinese qualora questa dovesse pagare gli stipendi degli impiegati appartenenti all’ex governo Hamas. Il primo ministro ha poi detto che rischierebbe se dovesse recarsi a Gaza senza aver risolto questo problema.
Quando ad aprile fu firmato l’accordo di unità nazionale, Hamas aveva chiesto al governo di pagare i suoi 45.000 impiegati. Di questi, 27.000 sono civili mentre gli altri sono membri della polizia e delle forze di sicurezze del partito islamico.
Ma secondo Hamdallah la comunità internazionale vieta il pagamento di qualunque persona collegata ad Hamas, organizzazione terroristica per Usa ed Europa. E perdere il sostegno economico internazionale sarebbe devastante per i palestinesi. “Se ciò dovesse accadere – ha detto il premier – il sistema bancario subirebbe un duro colpo che avrebbe poi ripercussioni sull’intera situazione palestinese”.
La risposta pungente di Hamas non si è fatta attendere. “Il rifiuto di Hamdallah di venire a Gaza per presunte minacce è inaccettabile” ha dichiarato il portavoce del movimento, Sami Abu Zuhri. “E’ il Ministro degli Interni e tutte le forze di polizia sono sotto il suo comando”. “Hamas – ha aggiunto Abu Zuhri – lo invita a venire Gaza per assumersi le responsabilità di fronte alla sua gente e a smetterla di trovare scuse”.
A giugno il Qatar aveva detto che avrebbe risolto la spinosa questione dei salari donando alle casse di Gaza 60 milioni di dollari. Finora, però, Doha non ha mantenuto la sua promessa.
Le parole di Hamdallah vengono dopo che il Presidente palestinese, Mahmoud Abbas, ha minacciato sabato di porre fine al governo di unità nazionale palestinese se il movimento islamico non permetterà a Ramallah di operare regolarmente nella Striscia. “Non accetteremo di collaborare con loro [Hamas, ndr] se il loro status a Gaza resta così” aveva dichiarato all’agenzia di stato egiziana Mena appena atterrato al Cairo. “L’unità ha delle condizioni. Questa situazione non rappresenta alcuna unità. Se Hamas non vuole una autorità, una legge, un esercito, non lavoreremo con loro”.
Intanto mentre Gaza e Ramallah litigano, la situazione resta incandescente nelle strade della Palestina occupata. Ieri decine di giovani si sono scontrate con la polizia israeliana a Gerusalemme est dopo che è stata annunciata la morte di un giovane palestinese. Mohammed Abd al-Majid Sunuqrut, 16 anni, è deceduto per le ferite riportate durante gli scontri con i soldati israeliani lo scorso 31 agosto nel quartiere di Wadi al-Joz.
I manifestanti hanno lanciato pietre e bombe incendiarie verso le macchine mentre la polizia israeliana in tenuta antisommossa ha risposto sparando proietti di gomma. Gli scontri sono durati diverse ore. Non sono stati registrati feriti gravi.
Le cause della morte di Mohammed saranno chiarite dall’autopsia che sarà effettuata oggi. La polizia israeliana sostiene di aver sparato alla gamba di Sunuqrut e nega qualunque responsabilità sul suo decesso. Diverso è, invece, il parere dei familiari e dei medici: il ragazzo è morto in seguito alle ferite riportate da un proiettile di gomma che ha colpito il suo cranio. Secondo i familiari il ragazzo non stava prendendo parte alla manifestazione ma si trovava vicino casa. Colpito da distanza ravvicinata sarebbe stato poi picchiato dai soldati di Tel Aviv mentre era già a terra. Nena News