Il blocco di gran parte delle attività economiche, attuato per contenere il contagio nei Territori occupati, sta avendo forti ripercussioni sulle famiglie palestinesi più povere, che vivono di lavori giornalieri ed occasionali. Difficoltà che si aggiungono all’emergenza sanitaria in Cisgiordania e Gaza. Ne abbiamo parlato con il dottor Ali Abed Rabbo, direttore per la medicina preventiva del ministero della sanità palestinese.
AGGIORNAMENTO
Con altri 21 casi è arrivato a 155 il numero dei positivi al coronavirus nei Territori palestinesi occupati, inclusa la Striscia di Gaza.E’ il dato delle nuove infezioni più alto verificatosi sino ad oggi. La maggior parte dei positivi sono palestinesi ritornati a casa da Israele e che si sono verificati nei villaggi dell’area di Gerusalemme Est. Il premier dell’Anp Mohammad Shtayyeh ha fatto appello all’OMS a fare pressione su Israele affinché «controlli tutti i lavoratori prima di mandarli a casa in modo che questi non vanifichino gli sforzi del governo palestinese nel contenere la malattia».
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