Il documento è una risposta alle parole di sabato del presidente Saied secondo cui la carta costituzione deve essere modificata. Lo scorso 25 luglio il capo dello stato ha licenziato il premier e sospeso il parlamento. Una mossa definita dai suoi rivali come un “golpe”
della redazione
Roma, 14 luglio 2021, Nena News – Un appello per contrastare “qualunque tentativo di aggirare o violare” la costituzione tunisina. È quanto domenica hanno promosso più di 90 personalità politiche e della società civile in Tunisia. L’iniziativa nasce in risposta a quanto dichiarato sabato dal presidente tunisino Kais Saied secondo cui la carta costituzionale deve essere emendata. “Esprimiamo il nostro impegno per la costituzione del 2014 che ha rappresentato il culmine della rivoluzione tunisina e la concretizzazione delle aspirazioni delle donne e uomini tunisini per la libertà, dignità, democrazia, cittadinanza e stato di diritto”, si legge nell’appello firmato anche da Yamina Zoghlami (del partito islamista Ennadha) e Osama Khelifi (leader in parlamento del partito “Cuore della Tunisia”).
Sabato, in un discorso televisivo, il presidente Saied aveva dichiarato che si sta preparando a cambiare la costituzione, ma solo utilizzando i mezzi costituzionali esistenti. Parole che preoccupano non pochi in Tunisia: l’annuncio, infatti, è giunto alcune settimane dopo che il presidente ha licenziato il primo ministro e sospeso il parlamento. Una mossa condivisa da molti in Tunisia, ma che i suoi rivali politici definiscono un golpe. Per Saied i tunisini “hanno respinto la costituzione”, aggiungendo che questi documenti “non sono eterni” e che pertanto “possiamo introdurre emendamenti al testo”. I 90 firmatari dell’appello di domenica hanno chiesto ai tunisini di fare “tutti gli sforzi [possibili] contro il colpo di stato” e di ritornare al “processo democratico” mettendo fine alle misure eccezionali, tra cui il congelamento delle attività parlamentari. C’è preoccupazione nel Paese dopo la decisione di Saied dello scorso 25 luglio di licenziare il premier e sospendere il parlamento: il presidente l’ha giustificata citando “misure di emergenza” presenti all’interno della costituzione. Misure che sono state estese a tempo indeterminato nonostante inizialmente avesse detto che sarebbero durate solo 30 giorni.
A maggio il portale Middle East Eye fece trapelare la notizia di un documento della responsabile del personale dell’ufficio di Saeid, Nadia Akacha, che proponeva la nascita di una “dittatura costituzionale” così da poter gestire i vari problemi del Paese.
Al momento il presidente deve nominare ancora un nuovo governo e indicare al Paese quale siano le sue intenzioni a lungo termine. Nel suo discorso di sabato ha detto che è vicino alla formazione di un nuovo esecutivo, che appare sempre più necessario dato che la Tunisia deve affrontare alcune questioni spinose a partire dalla grave crisi economica che ha travolto il Paese. La costituzione del 2014 è stata spesso tema di dibattito nel mondo politico locale: secondo alcuni deve essere modificata per far sì che il sistema politico diventi di tipo presidenziale, altri, invece, propongono un modello più parlamentare. Secondo l’articolo 144 della costituzione, una modifica al testo costituzionale può essere oggetto di referendum se è stato approvato dai due terzi del parlamento, un’istituzione che lo scorso mese Saied ha definito “un pericolo per lo stato”. Nena News