24 milioni di algerini sono chiamati a votare il successore del presidente costretto a dimettersi ad aprile in seguito alle proteste di piazza del movimento Hirak. Prevista una bassa affluenza: per molti algerini queste elezioni, volute fortemente dall’esercito, sono semplicemente una “farsa”
della redazione
Roma, 12 dicembre 2019, Nena News – Urne aperte oggi dalle ore 7 in Algeria dove 24 milioni di algerini sono chiamati a eleggere un nuovo presidente. I seggi si chiuderanno alle 21 anche se il governo ha fatto sapere che il voto potrebbe estendersi di qualche ora. I risultati preliminari dovrebbero essere annunciati a partire dalle 23 ora loale. Quelle che hanno luogo oggi nel Paese sono elezioni molto controverse perché, secondo i manifestanti che da febbraio protestano contro l’ex presidente Bouteflika (prima) e (poi) contro il governo di fatto retto dal capo dell’esercito Gaid Salah, i candidati sono legati alla vecchia struttura di potere che da mesi il movimento popolare hirak prova a rovesciare. Quello di oggi è comunque il primo voto da quando Bouteflika, alla guida dell’Algeria per due decenni, è stato costretto a dimettersi lo scorso aprile per le pressioni esercitate dalla piazza.
Per essere eletto presidente, il candidato deve ottenere più del 50% dei voti. Nel caso in cui nessuno riuscisse ad ottenere questa percentuale, i due sfidanti che hanno ottenuto più preferenze si sfideranno ai ballottaggi che dovrebbero avvenire nel giro di qualche settimana.
Sono cinque i candidati presidenziali che si sfidano oggi: gli ex primi ministri Ali Benflis e Abdelamajid Tebboune; l’ex ministro al turismo Abdelkader Bengrina; l’ex ministro alla cultura Azzedine Mihoubi e il capo del Partito al-Mustaqbal Abdelaziz Belaid. Tutti palesemente appartenenti al vecchio establishment.
Proprio per questo motivo è prevista una bassa affluenza: molti algerini, infatti, ritengono queste presidenziali una “farsa” che serve solo a mantenere “lo status quo”. A loro giudizio, nessuna elezione potrà essere veramente libera fintanto che resterà in auge lo stesso sistema di potere (e le stesse facce) dell’era Bouteflika e se l’esercito continuerà a giocare un ruolo da protagonista nella vita politica del Paese.
Gli algerini all’estero hanno già votato sabato e anche in questo caso non sono mancate le proteste. In diverse città francesi, tra cui Parigi, ci sono stati sit-in di protesta di fronte ai seggi. Secondo l’ente indipendente che monitora le elezioni in Algeria (ANIE), ha votato all’estero solo il 20% dei 900.000 algerini aventi diritto.
Ieri, intanto, in occasione dell’anniversario delle principali manifestazioni contro il potere coloniale francese nel 1960, migliaia di algerini hanno affollato le strade della capitale Algeri ribadendo il loro no al voto presidenziale. Dura la risposta delle autorità: le forze di sicurezza in tenuta antisommossa hanno disperso violentemente i manifestanti ferendone a decine.
Alle voci della strada che gridano da mesi all’annullamento delle presidenziali, si è sempre contrapposto Gaid Salah. Secondo il capo dell’esercito, infatti, le presidenziali sono infatti l’unica via per uscire dall’attuale crisi politica e ha invitato pertanto gli elettori a recarsi in massa alle urne. Nena News